L’ITALIA È SERVITA
Avellino
Sabato 17 marzo
Museo Irpino del Risorgimento
Carcere Borbonico
Storia patria e storia culinaria, chef locali e tradizioni nazionali, ricerche, assaggi e un museo con tovaglie e bandiere tricolori. Un compleanno non è mai stato festeggiato con tanto gusto.
Il Progetto
“Un popolo lo si riconosce a tavola.”
Gualtiero Marchesi, chef
L’unificazione nazionale è passata anche attraverso pentole e fornelli ed è indubbio che gli Italiani, a tavola, ritrovino la propria storia riscoprendo un patriottismo e una identità innanzitutto culinaria.
Da queste premesse, Sabato 17 marzo 2018, in occasione del 157° anniversario dell’Unità d’Italia, Mediateur e il Museo Irpino hanno organizzato la II edizione de “L’Italia è servita!”, speciale iniziativa che unisce storia, cultura e tradizioni gastronomiche del nostro BelPaese.
Partendo dal contesto storico del Risorgimento, e più in generale dalla seconda metà dell’800, l’appuntamento vuole raccontare cosa succedeva “in cucina” mentre gli avvenimenti storici italiani ed europei ridisegnavano confini, vite e futuro di intere nazioni, in particolare quella italiana.
Perché tra rivoluzioni ed elezioni, epiche battaglie e sentimenti unitari, la gastronomia, l’industria alimentare e le stesse tradizioni locali e nazionali vivevano cambiamenti “storici”, destinati a influenzare la vita quotidiana, gli anni e i secoli successivi.
“Un popolo si riconosce a tavola”, si dice da sempre: con “L’Italia è servita!” si è voluto dimostrarlo, andando oltre i campanilismi e ritrovando, a tavola, l’idea di Unità.
Il Programma
Il compleanno dell’Italia è stato celebrato con quattro azioni differenti, che hanno unito ricerca storica, una speciale visita al museo, assaggi di ricette d’epoca e preziose collaborazioni con il territorio, in particolare con scuole e strutture ricettive locali
Fornelli d’Italia / 1
Percorso a tema storico-gastronomico
“Con tutti questi moti di ribellioni e voglia di accorpare l’Italia,
io che sono oste e poco conosco di quelle faccende,
ho pensato all’Italia così divisa, ma che tutti vogliono insieme,
e me la figuro come un bel pentolone di bollito: zampa, lingua, carni varie, odori! Così, se l’Italia è un bollito, la bandiera sarà la salsa di condimento,
cioè la salsa tricolore”
Luigi Bicchierai, oste toscano, 1849
- Al Museo Irpino del Risorgimento è stato allestito uno speciale percorso di visita, che ha permesso di aggirarsi tra le sale per scoprire curiosità, aneddoti e approfondimenti trasversali, a metà tra cucina e accadimenti storici, con rimandi inaspettati alle collezioni, al periodo, ai protagonisti dell’epoca.
Ad esempio: sapevate che a conclusione del Congresso di Vienna nel 1815 fu servito del tartufo? O che Cavour usava incontrare i suoi ospiti in un caffé torinese davanti al ‘solito’ Vermouth? E quando è stato inventato il primo frigorifero?
E cosa dire dei personaggi che hanno scritto le migliori pagine della cucina ottocentesca? Giovanni Vialardi e Pellegrino Artusi, per esempio, che possiamo definire a ragione i “Masterchef” del Risorgimento italiano.
Tutto questo (ed altro ancora) è stato raccontato attraverso documenti, foto, video, stampati inediti.In più, è stata realizzata l’edizione straordinaria di un magazine prodotto in tiratura limitata solo per l’occasione, con storie e aneddoti storico-culinari.
Fornelli d’Italia / 2
Assaggi di Ricette d’epoca
“L’unità degli italiani è fatta dagli spaghetti.
E se vogliamo essere ancora più precisi
agli spaghetti va aggiunto il tricolore.
Perché se il cibo non ha colore politico,
ha comunque un colore, anzi il tri-colore”
Antonello Colonna, chef
- Per l’intera mattinata nelle sale del museo si è tornati indietro nel tempo agli odori, ai sapori e ai banchetti del Risorgimento. È stato servito un intero pranzo “risorgimentale”, completo di primo, secondo e dolce. Ogni piatto è stato rivisitato a partire da antiche ricette d’epoca ottocentesca, cucinato e servito con minimi adattamenti al gusto attuale.
- Si è assaggiato il risotto ispirato dal conte di Cavour (rigorosamente al Barolo), il pollo preferito da Napoleone e, dulcis in fundo, la torta che Mazzini ha dettagliamente descritto in una lettera alla madre, così facile da preparare anche a casa.
I piatti sono così diventati il pretesto per raccontare la storia del tricolore e della penisola da una prospettiva diversa e decisamente… “gustosa”.
- Nella rivisitazione dei piatti risorgimentali è stato coinvolto l’Istituto Alberghiero “Manlio Rossi Doria” di Avellino. Sono stati i loro docenti e allievi a studiare le antiche ricette suggerite dai nostri studi storici, a cucinarle e a servirle in maniera superlativa.
Cartoline celebrative
Edizione speciale solo per il museo
“Cattura più amici la mensa che la mente”
Camillo Benso conte di Cavour
- Dopo un’attenta ricerca su testi e documenti dell’800 abbiamo prodotto e distribuito al pubblico cinque cartoline celebrative realizzate per l’occasione, con ricette storiche che vanno dai ‘tortelli alla Gonzaghesca allo ‘stoccafisso alla Garibaldina’, passando per il ‘risotto alla Cavour’ e il ‘pollo alla Marengo’.
Ogni ricetta, adattata ai nostri tempi, è perfettamente replicabile per chi vorrà cimentarsi con la storia in cucina anche a casa, portando via un ricettario che difficilmente potrà essere ritrovato altrove.
-
Tre ricette per la patria
Chef locali uniti dalla storia
- Questa speciale celebrazione dell’anniversario dell’Unità è proseguita in tre ristoranti della città che hanno sposato la nostra iniziativa, proponendo nei loro menù del giorno una speciale ricetta ispirata al Risorgimento e alla cucina italiana dell’Ottocento.
Si tratta dell’Osteria Gino e La Giraffa, del Ristorante Degusta e dell’Antica Trattoria Martella, tre eccellenze locali che si sono unite – è il caso di dirlo – per celebrare insieme al Museo Irpino il compleanno della nazione e riscoprire, in cucina, l’orgoglio di sentirsi italiani.
Un matrimonio perfetto tra la sapienza dei cuochi di oggi e la grande storia della cucina italiana.
“L’Italia è servita” è un progetto di audience development che in un certo senso ha anticipato i tempi nelle strategia e nella modalità di coinvolgimento di nuovi pubblici (la prima edizione risale al 2013 ed era se possibile ancora più ricca), il suo nome ha ispirato il famoso spot con Giancarlo Giannini realizzato dal Mibact in occasione dell’Expo 2015.
Resta ancora oggi un unicum per i musei storici nazionali.
Un progetto ideato e curato da Mediateur, realizzato in collaborazione con la Provincia di Avellino, il Museo Irpino e l’Istituto Alberghiero “Manlio Rossi Doria” di Avellino.